Teresa De Sio: Voce e chitarra acustica
Sasà Flauto: Chitarra acustica e cori
Her: Violino e cori
Pasquale Angelini: cajon e percussioni

Il primo appuntamento della stagione musicale del Q.M. Live è stato sicuramente più di un canonico concerto. L’ensemble acustico di Teresa De Sio, sabato sera all’auditorium di Morbegno, ha offerto oltre alla musica folk, di cui la cantautrice napoletana è indiscussa interprete, un set arricchito da poesia, teatro, nonché riflessioni di storia e filosofia. La parte iniziale dello spettacolo ha previsto un sentito omaggio ai poeti e maestri Matteo Salvatore ed Enzo Del Re, dando spunto all’artista napoletana per un excursus sull’importanza della storia, soprattutto quella scritta dai perdenti, dalle persone emarginate, che hanno potuto rendersi visibili grazie alla poesia ed alla canzone popolare. La bravura di Teresa nell’esposizione della poesia “O Ragù” di Eduardo De Filippo, legata ad una tematica ricorrente, quella sulla fame, ha dato la vera dimensione di questa donna forte, dalla mimica inconfondibile e dotata di una teatralità non comune. Non poteva mancare del materiale su Mimmo Modugno, “Lu Brigante”, in versione delicata e suadente, ha ricordato ai presenti l’alta poetica del cantautore pugliese. Restando in tema ha poi cantato “Brigantessa”, quasi un grido di battaglia e distinzione, tratto dall’ultimo lavoro “Tutto cambia”, uscito nel 2011. Altro tema di serata, i ‘miracoli’, il rapporto con l’arcano ed il misterioso, assai presente nella cultura popolare. Per illustrare l’argomento ha commosso ed affascinato con la poesia di Raffaele Viviani: “Cosce ‘argiento”, inusuale preghiera di una madre per ridurre il figlio paraplegico a nuova paralisi dopo che le protesi metalliche l’avevano reso capace di inattesa vitalità distruttiva. Di Ernesto Murolo ha declamato “O miercurì d’A Madonna “, invocazione di una madre in nome di tutte le madri, alla Madonna del Carmine affinchè interceda per salvare mariti, fratelli, ma soprattutto i figli ancora al fronte, dopo averne già persi ben due. L’attacco seguente con il brano “Quando tornammo a nascere”, basato sul desiderio di essere sia pur pesci od uccelli, ma non sottomessi, in un ipotetica nuova vita. Per illustrare il percorso di rielaborazione del noto capolavoro di Fabrizio De Andrè ,“Creuza De Ma” divenuto “Na strada miezzo o mare” ha ricordato la potenza e la ricchezza del dialetto come forma espressiva e l’amore del grande genovese per le asimmetrie di Napoli e della sua popolazione. Per il finale ha riservato due sue composizioni in sequenza: “L’amore assoluto”, un pezzo sul più misterioso e potente sentimento umano e “Non dormo mai tutta la notte”, condizione che spesso rende ancor più creativi, gli individui. Il titolo dell’album e dello spettacolo è una traduzione di una ballata di Julio Numhauser, portato al successo da Mercedes Sosa. I componenti del quartetto: Sasà Flauto alla chitarra, Pasquale Angelini alle percussioni, Erma Pia Castriota (H.E.R.) al violino oltre a Teresa voce e chitarra, hanno coinvolto il pubblico nel giocoso accompagnamento vocale. Il testo di “Tutto cambia” ha dato spunto per un’accorata riflessione sulla condizione della città partenopea ed alla lettura di un suo monologo: “Natale in casa D’Onofrio”. Anche il rap ha fatto capolino, con “Into Rione”, racconto duro e disilluso sulla vita nei vicoli, mentre per gl’immancabili bis due trascinanti ‘tarante’ hanno chiuso una serata dal tipico sapore “folk” italico.
Ufficio Stampa Quadrato Magico.

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