L’ appuntamento dedicato al blues, targato Quadrato Magico Live, ha preso forma alle 17.30 di sabato 12 aprile nella bella cornice della sala Boffi, all’ interno del complesso S. Antonio di Morbegno, con l’ intervista ad uno scoppiettante Fabio Treves. Evento questo, organizzato e gestito in collaborazione con la biblioteca E. Vanoni della città del Bitto. Nell’ ora trascorsa il “ Puma di Lambrate”, ha ripercorso la lunga carriera, parlando degli esordi, del clima musicale e politico dei primi anni settanta, raccontando gustosi aneddoti riguardanti la sua band e la miriade di artisti con cui ha collaborato, o di cui è stato influenzato. Intenso e pieno di gratitudine il racconto sulle peripezie che il padre; gran fruitore di cultura musicale, cinematografica e letteraria, doveva attuare per eludere l’attenzione al bilancio famigliare da parte della consorte, pur di coltivare le proprie passioni artistiche. Dischi e libri, entravano in casa, nascosti in una valigia, che diventò ben presto per il giovane Fabio, uno ‘scrigno del sapere’. Altri argomenti trattati, le esperienze radiofoniche di divulgazione e le pubblicazioni su riviste specializzate nel genere blues. Essendo le tre passate partecipazioni del ‘Puma’ alla rassegna del QM live a scadenza settennale, l’ appuntamento è stato scherzosamente fissato per il 2021! Venendo al concerto, iniziato alle 21.30 con la sala dell’auditorium S. Antonio sold out da giorni, il gruppo formato oltre che dal leader carismatico all’armonica, dal cantante e chitarrista Alex Gariazzo e da Massimo Serra alla batteria, ha visto la partecipazione come special guest di Guitar Ray e Gab D. rispettivamente chitarra e basso. Il repertorio proposto, ben collaudato sta ottenendo grandi successi nei teatri italiani. Brani blues della tradizione come: ‘Midnight special’ in cui Treves imita da par suo il treno, che durante il passaggio notturno portava fortuna al detenuto illuminato dalle luci del locomotore ed ancora “Minglewood Blues” datata 1928 e scritta da Gus Cannon. Riproposta di brani storici, portati al successo da grandi musicisti, come nel caso di ‘Need your love so bad’ da Peter Green, o ‘The Hustle is on’ da T. Bone Walker. Nella parte centrale del concerto sono comparsi due strumenti artigianali: il polentofono e il sacherofono, ricavati il primo da una grande spatola usata per mescolare la polenta, l’ altro da una scatola di Sacher torte. Con questi embrioni di chitarre, suonate con il ditale di ceramica tipico della slide guitar, il blues primordiale ha invaso il palco, con risultati stupefacenti. Una stupenda ‘Take this Hammer’ suonata con ukulele ed armonica, entrambe senza amplificazione hanno donato magia ad un luogo già ricco di suggestioni. Altra divagazione sul tema il motivo ‘Why you been gone so long’ un bluegrass dei monti Appalachi, miscela sapiente di blues, country e folk. La presentazione della band, con simpatica prova di applausometro a sottolineare nuovamente la bonaria giocosità di Treves, ha preceduto i due bis, pretesi dal pubblico non pago della performance. Il blues italiano, grazie a Fabio Treves ed alla sua band è passato da fenomeno di nicchia ad una grande realtà popolare, grazie alla gavetta ed alla passione di un giovane sessantacinquenne capace di far maturare i ‘semi’ riposti in quel magico valigione paterno.
Aldo Giudici (ufficio stampa QM)


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