Aria nuova, aria fresca, a tratti impetuosa quella che sabato sera, in occasione dell’ultimo concerto stagionale organizzato dall’associazione Quadrato Magico, soffiava nei pressi di Morbegno. Fatto meteorologicamente innegabile, ma anche immagine verosimile per definire il concerto che il giovane gruppo irlandese Goitse ha regalato alla platea dell’auditorium S. Antonio. Due ore in cui il cielo d’Irlanda ha fatto capolino tra le mura dell’antica chiesa, ormai divenuta il fulcro dell’attività culturale, artistica della città del Bitto. Dopo aver ospitato numerosi artisti irish affermati, in principal modo la band che ha dato fama mondiale al folk di matrice celtica; i Fairport Convention, Roberto Cornaggia & Co. hanno coraggiosamente pensato di proporre un ensamble che ha fatto il proprio esordio discografico nel 2010. Non si può parlare di fortuna, ma di paziente ricerca, nell’ immenso panorama folk britannico, grazie anche alla collaborazione pluriennale con un vero conoscitore, il patron di Geomusic Gigi Bresciani, instancabile promotore della musica e della cultura celtica. Altra garanzia per la scelta, la produzione del quintetto da parte di Donal Lunny, che assieme a Christy Moore ha regalato le esperienza musicali più emozionanti degli ultimi lustri in quelle prolifiche lande, Planxty e Moving Hearts su tutte. Di questi ultimi, quattro album imperdibili dal 1982/85. La formazione comprende: Colm Phelan - bodhran, James Harvey - banjo, Aine McGeeney – voce e violino, Tadhg Meachair – fisarmonica e piano, Conal o’ Kane – chitarra. Loro caratteristica predominante è il coraggio e l’abilità nel fondere mirabilmente tradizione ed innovazione; l’ utilizzo non usuale del pianoforte in tale genere, ne è un esempio. L’attraente prodotto finale è un accattivante mix di ‘old and new’, dove gli arrangiamenti attenti alle nuove sonorità, non prevaricano gli immortali traditional. Plauso a parte per la voce della McGeeney, delicata e toccante nei rari momenti introspettivi : Dall’intimista “Ye lovers all”, a “My Belfast love”, oltre quattro minuti di sublime semplicità, sino a “ Carrick-a- rede” romantica narrazione sul suggestivo ponte di corda, lungo venti metri a strapiombo sul mare, che unisce l’omonimo isolotto alla terraferma. Il resto del repertorio si è snodato proponendo brani originali dai due lavori fin’ora pubblicati ed una serie di classici rielaborati con gusto e personalità. “Transformed” e “ Tall tales” i reels più frenetici, in cui si è avuta la sensazione di essere sbattuti come cuscini durante le pulizie di primavera. Le gighe come “ Slip carefully” e “Gig”, dopo l’iniziale esposizione del tema evolvono in vortici sonori ad alta intensità, dove i fraseggi a due e a quattro strumenti, donano la sensazione di essere su un treno lanciato alla massima velocità, senza conducente. Parte finale caraterizzata dal solo al bodhran, in cui Phelan ha ammutolito la platea con un senso del ritmo assai elevato, poi l’immancabile presentazione dei componenti, preludio ai consueti bis. Grazie di cuore giovani talentuosi GOITSE! Appuntamento alla prossima stagione a tutti gli appassionati, per i membri dell’associazione non c’è tregua, i contatti, i sogni, le proposte da sviluppare sono già iniziate da tempo.
Aldo Giudici (ufficio stampa QM)


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