Il concerto tenuto all’auditorium di Morbegno sabato 17 gennaio, ha riaperto la stagione del Quadrato Magico live festival nel miglior modo possibile. Giorgio Cordini, Ellade Bandini e Mario Arcari hanno infatti concesso nel tardo pomeriggio un’incontro aperto al pubblico, ricco di spunti di riflessione sul loro universo umano e musicale. Nell’accogliente sala Boffi, all’interno del complesso S. Antonio sono emersi gustosi aneddoti, ricordi del passato, sogni e spaccati di vita degli esordi, ma soprattutto l’amore smisurato per la professione a cui hanno dedicato l’intera esistenza, il tutto raccontato con estremo garbo ed ironia. Chi ha assistito alla conversazione avrà sicuramente colto un aspetto comune ai tre artisti, l’immutata capacità di stupirsi e di progettare divertendosi, nonostante le decennali carriere vissute tra palchi e studi di registrazione. Un esempio in tal senso è il loro spettacolo: “Mille anni ancora” interamente dedicato alla riproposizione dello storico concerto tenuto al teatro Brancaccio nel 1998 con Fabrizio De André. Il tema conduttore dello spettacolo morbegnese, “Un mondo a più voci” si è sviluppato attorno alle musiche ed ai testi di quattro grandi autori: De André, Guccini, Fossati e Paolo Conte. Sin dalle prime note di “I treni a vapore” si sono manifestati gli intenti annunciati nell’intervista, cucire attorno a splendide canzoni un abito su misura in cui ciascun musicista potesse esprimere le proprie attitudini e le intuizioni del momento. A seguire “La città vecchia” di Faber, una toccante “Vorrei” di Guccini ed una poetica “Ah che sarà”, frutto della collaborazione di Fossati con Chico Buarque. Altro momento topico l’esecuzione di “La canzone dell’amore perduto”, intrisa di malinconia, sia nel testo che nella struggente melodia, estratta dal concerto per tromba in re maggiore di G.F. Telemann, In ”Anime salve” Mario Arcari abbandona l’oboe per colorare il suono con un Launeddas, un flautino antichissimo originario della Sardegna. Per rimarcare il fatto che i brani fossero rivisitati ed in alcuni casi spogliati dalle originali voci dei compositori, “Se ti tagliassero a pezzetti” del duo De André-Bubola ha avuto una veste strumentale che ne ha messo in risalto le melodie, cosi come “Noi non ci saremo” di Guccini e la superba, “Sidun” firmata De André-Pagani, in cui Giorgio Cordini con il bouzouki ne ha reso tutta la drammaticità. Grande consenso hanno ottenuto altri due pezzi da novanta composti da Francesco Guccini: “Il vecchio e il bambino” e “Vedi cara”. Paolo Conte è stato omaggiato con una sinuosa “Via con me”, grazie al grande lavoro di Bandini alla batteria. La parte conclusiva ha rivisto Fabrizio De André protagonista assoluto con “Andrea”, “Bocca di rosa” e “Il pescatore”, brano quest’ultimo che come ha tenuto a precisare il chitarrista Giorgio Cordini, spesso concludeva i concerti del grande genovese. Due i bis concessi: “La guerra di Piero” ed una scoppiettante “Il gorilla” del grande chansonnier Georges Brassens, tradotta ed interpretata da Fabrizio nel suo terzo album del 1968. Grazie ai tre ‘sarti’ d’haute couture, il palco dell’auditorium ha rivisto in passerella ‘abiti’ senza tempo, capaci di donare emozione e di sopravvivere alle mode odierne.


(Aldo Giudici, ufficio stampa QM)


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