Dopo aver assistito all’infuocato concerto tenuto dai Four Tiles al teatro Frassati di Cosio Valtellino sabato 31 gennaio ed avendo ancora presenti parole e concetti magnificamente espressi da Guido Block, Cesareo, Roberto Gualdi e Stefano Xotta, in occasione dell’ intervista tenuta all’interno del complesso S. Antonio di Morbegno, è apparsa con nitidità sul palco la filosofia del gruppo sulla capacità di spaziare all’interno di un vasto repertorio senza alcun pregiudizio per artisti e generi apparentemente distanti tra loro. Sin dalle prime note delle splendide Ibanez, si è avuta la percezione che esiste una notevole differenza tra essere ottimi strumentisti (il panorama musicale ne offre parecchi) e musicisti completi; una categoria quest’ultima in regresso secondo il parere dei quattro. Non vi è alcun dubbio che per reinterpretare canzoni con una struttura chiaramente commerciale, rendendole attraenti ad un pubblico di chiara matrice rock si debba essere musicisti veri. Non si tratta di contraddistinguersi mostrando gusto trasgressivo, semplice divertissement, ma di avere apertura mentale e saper riconoscere il potenziale del lavoro altrui. In tal senso “I want it that way” dei Backstreet Boys ed ancor più il trittico di tre star del pop mondiale: Britneys Spears (Hit me baby one more time), Kylie Minogue (Can’t get you out of my head) e Madonna (Music) con un sapiente arrangiamento ed una veste ‘cattiva’, hanno ottenuto grande consenso dalla platea. La serata è proseguita con classici dei ’70 “Helter Skelter” e “While my guitar gently weeps” dei Beatles ed un gustoso medley rollingstoniano comprendente: ” It’s only rock’n’roll” e “Jumpin Jack flash”, doveroso omaggio a due gruppi fondamentali per la musica degli ultimi cinquant’anni. Un salto oltreoceano per assaporare dell’ottimo Southern-rock! “Gimmie all your lovin” e la micidiale “La Grange” dei barbuti ZZ Top, oltre l’immancabile “Sweet home Alabama” dei Lynyrd Skynyrd. Il godimento di tali brani è stato doppio, grazie all’alternanza degli assoli da parte di ‘Sebo’ Xotta e Cesareo, ognuno con la propria peculiarità stilistica, ma sempre attenti a completarsi. Impeccabile il drumming di Roberto Gualdi con la sua Tama ed autore di un grande ‘solo’ introdotto dai potenti riff di “Moby Dick”. Guido Block ha sostenuto da par suo la base ritmica, intrattenendo con simpatica ironia il pubblico. Altre songs in scaletta: “Walk this way” degli Aerosmith, “Are you gonna go my way” di Lanny Kravitz, “Life in the fast lane” degli Eagles e “ Black Betty” dei Ram Jam. Anche nei due bis concessi il gusto per l’eterogeneità e l’opposto hanno fatto capolino. La band si è infatti congedata accostando la soul-funk “People get ready” di Curtis Mayfield, alla devastante energia di “Whole lotta Rosie” degli AC/DC , come unire il diavolo e l’acqua santa. Un sentito grazie per la lezione di alchimismo agli stregoni FOUR TILES.
(Aldo Giudici, ufficio stampa QM)


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