Concerto di spessore, quello proposto sabato 11 aprile scorso all’ auditorium di Morbegno dall’ Associazione culturale Quadrato Magico come penultimo appuntamento della XV stagione. Fautore di tale, ricca performance, è il trio di chitarre degli Acoustic Srawbs, mitico gruppo del primo e più famoso folk-rock inglese, in attività dal lontano 1964, capitanato dal fondatore David Cousins, cantante e musicista britannico, e dai fidi compagni Dave Lambert e Chas Cronk, tutti e tre alle chitarre e alle voci, insieme da quattro decenni e più. Lo spettacolo scivola via leggero e fluido, come su di un’ onda morbida, a tratti delicata, a tratti penetrante e potente, fino a lambire gli anfratti più profondi dell’ anima. Tredici i brani presentati, molti dei quali rintracciabili nel loro cd “Acoustic gold”, simpaticamente autografato dagli artisti a fine concerto per il pubblico acquirente. Una carrellata di splendide melodie, che ripercorrono la loro longeva e ancora attiva carriera. Canzoni dal ritmo vivace, “Turn me around” e “Lay down”, o di protesta, “New world”, dove la voce di Cousins si fa greve, arrabbiata, quasi un grido di dolore a testimoniare il no deciso ed incondizionato alla violenza e agli attentati nelle “bloody Sundays” nell’ Irlanda del Nord o ancora brani malinconici, struggenti come “Midnight Sun” e “Ghost” che paiono evocare gli spiriti oscuri della notte. Il ricordo gentile per l’ affascinante presenza nei primi Strawbs di Sandy Danny, magica voce poi dei Fairport Convention e prematuramente scomparsa, si materializza in una dolce e soffice “Copenhagen” e il richiamo a Rick Wakeman, anch’egli componente del gruppo agli esordi, in seguito tastierista degli Yes, assume le note di “The Hangman and the papist”. Cousins alterna la chitarra al banjo per esternare una saltellante ed ariosa “Could steel”, brano del 1974 scritto ed interpretato da un superlativo Lambert alla voce. C’è spazio ancora per due “chicche”: “Shine on Silver Sun” e soprattutto l’ immensa e toccante “Autumn”, dove Lambert simula il garrito dei gabbiani stiracchiando le corde della sua blue guitar; il ritmo poi riprende dolce, sussurrato, arpeggiato, dagli echi spagnoleggianti e ridiventa folk corale con l’ aggiunta delle tre voci al top! Singole o sovrapposte, sempre ottimamente armonizzate, le voci si fondono spesso sino a creare effetti piacevoli e accattivanti all’udito della platea, che accoglie e applaude con trasporto e stupore. Omaggi e onori, dunque, a questi grandiosi artisti, tranquilli signori inglesi ormai sulla settantina, artefici di uno show coinvolgente, d’ atmosfera, in cui a prevalere è la smisurata passione per la Musica con la M maiuscola, espressa ed elargita con umile, competente e diretta semplicità.

(Francesca Giudice – ufficio stampa QM)


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