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sabato 14 febbraio 2004

SULUTUMANa

Teatro Frassati - Ore 21,30 - Regoledo di Cosio V.(SO)

  Andrea Aloisi         Gian Battista Galli     Antonello Matzutzi   Francesco Andreotti       Angelo Galli          Michele Bosisio           Nadir Giori

 

www.sulutumana.net


Le foto del concerto

SULUTUMANa

Giambattista Galli

Angelo "Pitch" Galli

Antonello

Michele

Francesco Andreotti

Nadir Giori

 

Zerbet

Lucio Vola

Giacomo Cortelazzi

Zonca

Paolo Caimmi

 


Laureatisi da poco al "Premio Tenco", università delle figure emergenti nel panorama della musica d'autore italiana, i Sulutumana approdano al Frassati per presentare i brani del nuovo album "Di segni e di sogni" nel solco del loro rock cameristico, vista la loro raffinatezza musicale e perizia tecnica, riproponendo anche brani del vecchio repertorio ma con nuovi arrangiamenti. Ancora una volta troveremo il profumo delle canzoni e della tradizione sudamericana, per spaziare poi su maestri come Paolo Conte e Fabrizio de Andrè, loro numi tutelari. Rispolverando una vecchia consuetudine del QM, aprirà la serata una band locale, gli ZERBET, che proporranno un show-case declinato in dialetto talamonese.


SARDIGNA.COM  "Il concetto della maschera SULUTUMANa" di Rosa Podda - ottobre 2003 

"Bambine splendide escono sui balconi... le chiama il sole d'aprile e parlano una musica che viene d'altrove. Le bambine sono voci lontane, sono occhi aperti, aperti dappertutto. Il sole ha promesso alle bambine che domani tornerà". Se è vero che la musica ha il potere di eliminare le barriere fra gli uomini, fra le culture e le religioni, certamente i Sulutumana hanno la capacità di far parlare le bambine col sole, di unire mondi lontani di colloquiare con un'unica lingua, quella della musica. Ascoltare i Sulutumana significa immergersi in una dimensione senza spazio e senza tempo, in una realtà dove non c'è posto per le convenzioni, per i luoghi comuni, per il mondo reale(ipocrita e meschino). Nelle loro voci e nella loro musica c'è un alone di mistero, un significato recondito di difficile comprensione. Eppure il linguaggio della musica si dispiega piano piano, fino all'ultimo verso del loro secondo album "Di segni e di Sogni". Lo stesso titolo del disco, ha la capacità di suscitare forti emozioni e immediate riflessioni: i segni rappresentano il bagaglio di esperienze che ciascuno si porta appresso, i sogni coincidono con il mondo dell'ignoto, con la sublimazione dei desideri inappagati e inappagabili, con la genuinità dei sentimenti umani e con il recupero degli atteggiamenti naturali."Maschere sulla faccia della gente" è il verso che meglio esemplifica la realtà fatua, impenetrabile e incorreggibile. Sembrerebbe, quello dei Sulutumana, un atteggiamento pessimistico, volto alla distruzione totale, in realtà in ogni loro brano vi è il desiderio di cambiamento, e quel "maschere abbandonate sul cuscino", sono indicativi di un atteggiamento positivo nei confronti della natura umana, di una ricerca di libertà rappresentata perfettamente nell' "Aquilone" che si libera nel vento. Il vento, metafora della fragilità umana, è al centro di un'altra canzone, che acquista di volta in volta sembianze e caratteristiche proprie: vento scalpitante, montare il vento, soffiava le stelle, cavalcherai un vento imprevedibile, sarò il tuo paio d'ali. Tutte queste espressioni racchiudono un significato metaforico ben preciso; i verbi scapitare, montare, soffiare e cavalcare sono le tracce di un percorso comune ad ogni essere umano. Lo scalpitare rappresenta l'insoddisfazione, la non realizzazione dei sogni; il montare (qualcosa) significa affrontare la realtà e il pericolo, e presuppone il superamento delle difficoltà e della paura; il soffiare(le stelle) implica un atteggiamento di vittoria, di successo, di riuscita e di rivalsa; il cavalcare è la realizzazione dei sogni, è la vittoria sulle proprie paure e incertezze è l'appagamento delle fatiche quotidiane, è la certezza e la coerenza che rende i Sulutumana veramente unici. E', inoltre, la consapevolezza di poter essere "un paio d'ali"  o un "bastone" per gli altri e garantirne l'autenticità e veridicità. D'altra parte credo che i Sulutumana siano riusciti a trovare un perfetto connubio fra la musica e le parole, che abbiano fissato le tappe di un percorso che oggi pochi riescono a fare.


Brianze - Le atmosfere poetiche dei SULUTUMANadi Walter Pozzi - febbraio 2002      

...Un percorso musicale complesso, quello dei sette musicisti, composto da varie esperienze musicali filtrate da un’identità personalissima. Qualcosa, per intenderci e semplificare, che ondeggia tra le atmosfere di Conte e Capossela e le malinconie degli chansonnier francesi; una fisarmonica che a tratti porta in Argentina e altre volte sulla rive gauche parigina, fino alle feste di piazza vallassinesi.Ma il meglio il gruppo lo regala nei concerti ed è proprio durante uno di questi, al Dynamo di Milano che incontro Giambattista Galli, Giamba per gli amici, voce, fisarmonica e paroliere del gruppo. Il concerto di oltre due ore lo consegna al mio tavolo provato ma soddisfatto, vestito di una camicia bianca e un paio di jeans; si siede e libera i capelli lunghi da un elastico che li teneva legati per comodità. Gli faccio notare l’euforia del pubblico che intorno continua a ballare al ritmo delle loro canzoni adesso mandate in filodiffusione.“E’ sempre così” mi dice. “Quello che si crea durante i concerti è probabilmente il risultato definitivo del nostro lavoro. Va bene, il disco, la composizione… ma è nelle esecuzioni dal vivo, nel confronto diretto con la gente, che la canzone è veramente completa. Questo anche quando, agli inizi, c’erano poche persone ad ascoltarci. Non siamo mai andati a casa insoddisfatti, e, credo, nemmeno il pubblico.”
Ascoltandoli suonare si ha l’impressione che ci sia grandissima affinità e intesa tra i musicisti, un sentire comune che emerge da ogni nota...


Sono convinto che ci sia tanta buona musica in giro per l'universo. La musica fondamentale per ogni essere vivente è la musica della natura: animale o vegetale, la musica del vento tra le foglie degli alberi, il riecheggiare delle campane delle greggi, il mare che si incontra e si scontra con la terra. Qualsiasi musica che rispetti i concetti primordiali viene da me rispettata.  Non si può fare musica senza il rispetto dell'universo intero.(A.Matzutzi)


biglietto 10 euro

Prevendita:

Vanradio(Morbegno, via Vanoni)  

Photo Hi-Fi(semafori SS38 di Regoledo)

 

Prenotazioni:

Via e-mail al nostro indirizzo (lasciando nome/cognome/n.telefono)

o per telefono allo 0342.637014

I biglietti prenotati andranno ritirati alla cassa del teatro la sera del concerto TASSATIVAMENTE entro le ore 21.00